Essendo la Ginecomastia uomo cura la manifestazione di altre patologie mediche, il trattamento prevede l’indagine e la cura volta a quest’ultime.
Nei pazienti adolescenti il tessuto mammario tenderà a regredire senza necessità di trattamento entro un periodo generalmente compreso tra 6-24 mesi. Se il disturbo è conseguente all’assunzione di sostanze sia medicinali che stupefacenti, il trattamento vira verso l’interruzione di questi fattori scatenanti: qualora fosse possibile, si può concordare con il medico l’utilizzo di farmaci alternativi in base alle necessità di salute del paziente.
Risulta inoltre necessario, ai fini del corretto trattamento sia del disturbo stesso che del benessere globale del paziente, lavorare affinché vengano interrotti i comportamenti di dipendenza da sostanze e da alcol.
Se il disturbo è causato dall’aumento dell’indice di massa corporea (obesità), è necessario curare lo stile di vita ed alimentare del soggetto affetto dalla patologia, strutturandone l’attività fisica e una dieta adeguata (ciò può essere considerato anche in termini di prevenzione, assicurando un fattore protettivo non solo limitato alla ginecomastia, ma anche per molteplici altre patologie).
In caso di deficit dell’ormone maschile, come nel caso dell’ipogonadismo, si somministra testosterone in forma di medicinale (iniezioni, cerotti, …). Nel caso in cui le origini della malattia fossero legate all’eccessivo sviluppo del tessuto mammario, si può procedere ad interventi di chirurgia estetica che consistono nell’asportazione del tessuto adiposo in eccesso o, se si agisce tempestivamente alla comparsa dei primi sintomi, mediante farmaci che possano agire sullo squilibrio ormonale (antiestrogeni come tamoxifene, inibitori dell’aromatasi come anastrozolo).
Nello specifico, l’intervento chirurgico per la ginecomastia vera consiste nella mastectomia sottocutanea, volto ad asportare la ghiandola in eccesso; l’intervento per la ginecomastia falsa, invece, consiste nella liposcultura dell’area toracica, ovvero nell’inserimento in questa zona di piccole cannule con asportazione del tessuto in eccesso.
Risponde docente di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva al Campus Biomedico di Roma Sono mamma di un bambino di 11 anni, in sovrappeso. Durante l’ultima visita pediatrica, il medico ha parlato di ginecomastia dopo aver visitato anche gli organi sessuali. Di conseguenza ha prescritto una serie di esami clinici per avere conferma della diagnosi. Nel caso questa arrivasse, cos’è necessario fare?
Francesca (Latina)
Risponde il docente di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva al Campus Biomedico di Roma La ginecomastia è una condizione che porta allo sviluppo delle mammelle (ghiandola e grasso) nell’uomo, in conseguenza a uno squilibrio degli ormoni sessuali. Si osservano elevati livelli di estrogeni circolanti, con l’effetto di un parziale mascheramento degli effetti innescati dagli androgeni.
È un problema diffuso – ne soffrono tra il 32 e il 36% degli uomini – con importanti risvolti psicologici e sociali. Le forme più frequenti sono quelle infantili, dovuta a crisi estrogeniche reversibili. Progressivamente meno diffuse le forme puberali (pure reversibili), dell’età adulta e senili (queste ultime dovute all’assunzione di farmaci).
La ginecomastia classica è dovuta a un aumento della ghiandola mammaria, mentre la pseudoginecomastia e le forme miste sono causate da un contemporaneo sviluppo del tessuto adiposo. Tutte sono caratterizzate da diversi gradi di severità. Si possono avere ginecomastie monolaterali, bilaterali e asimmetriche. Nel caso del suo bambino, qualora la diagnosi fosse confermata, occorrerà capire se la ginecomastia è in fase acuta: in questo caso sarà possibile seguire una terapia medica a base di inibitori.
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